Gorbaciov ha segnato la mia generazione classe 1966

Gorbaciov ha segnato la mia generazione classe 1966. Generazione cresciuta con la cosiddetta cortina di ferro. Una guerra fredda con delle regole che oggi quasi si rimpiange. 

Guerra fredda ben personificata da Breznev la cui passione per le auto era ben nota pure in occidente. 

Eppoi dopo i burocrati Pcus, e le brevi parentesi di Andropov, figura da rivalutare con attenzione, e Cernenko, spunta lui, Gorbaciov e subito cambia il tutto. Una scoperta positiva per l'occidente. Un leader sovietico anomalo che sarà pure suo malgrado il carnefice dell'Urss.

Perestroika e Glasnost le sue parole d'ordine. Praticamente cambiamento e trasparenza. Empatia allo stato puro per noi occidentali aiutato dalla dolcezza della moglie Raissa. 

La mia generazione lo chiamò subito affettuosamente Gorby. Una sorta di eroe soviet pop. Ma all'Urss Gorby non bastò. Eroe da noi delusione da loro. Donò la libertà ma non governò il cambiamento. La cortina di ferro divenne di carta. L'Urss si dissolse e questo causerà problemi che si pagano oggi e che allora l'occidente euforico sottovalutò o fece finta di non vedere. Peccato. Gorby probabilmente fu troppo generoso con i turbo liberisti di quel periodo. Non doveva poi cedere il potere a Eltsin.

Gorby fu quindi un vero eroe pop da noi in occidente, una icona, ma purtroppo in patria non governando il cambiamento ancora non lo amano e gli rimproverano che l'Urss non c'è più. Ma una lacrima nel ricordarlo ci sta tutta. Con la sua morte se ne va un pezzo di storia. E la Russia di oggi spaventa più dell'Urss di Breznev.







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