L'ITALIA NON È UN PAESE PER... APPASSIONATI D'AUTO


L'idea di scrivere tale articolo nasce da una discussione sorta all'interno di un blog posto su quattroruote.it.  In un post viene citato il  caso indiretto di un appassionato che aveva comprato usata una audi rs 4 prima del superbollo. Fermato in continuazione per la cilindrata dell'auto se l'era rivenduta passando ad un altro usato di cilindrata inferiore. Persona normale senza tanti soldi ma con la passione. Tale caso veniva paragonato a chi si comprava con tanti soldi auto di lusso tipo suv, con cilindrata pari a 2000 e che quindi rientrava nei controlli. Persone molto più ricche del tipo dell'Audi. Da una semplice discussione all'interno di un blog quindi si può tranquillamente dedurre che l'Italia non affronta bene tali tematiche.  Partiamo dal superbolio basato sulla potenza. Ebbene nonostante abbia portato al tracollo delle entrate fiscali, in quanto ha ucciso il mercato delle auto che ne erano soggette che praticamente non si vendono più,  viene mantenuto per motivi ideologici. Assurdo. Oppure il famigerato vecchio redditometro che sulle auto si basava su tabelle automatiche staccate dalla realtà arrivando a dei risultati mostruosi. Tutto ciò uccide il mercato dell'auto in Italia con centinaia di migliaia di lavoratori che sono a rischio.  Ma questo fatto, in un paese isterico culturalmente con l'auto, passa in secondo piano. Mi ricordo in proposito una polemica di poco tempo fa relativa alla fornitura di auto blindate acquistate o noleggiate per motivi di sicurezza dallo stato. Erano le Maserati Quattroporte. Scandalo per i costi per via del blasone. Solo che nello scagliarsi contro il blasone per una volta italico, in quanto è triste vedere i marchi tedeschi con sopra le alte cariche di stato italiane, nessuno si era andato a guardare che le blindate Maserati erano convenienti. Oppure l'ultima polemica fresca fresca sulla Jaguar usata da uno dei leader dei forconi, movimento si badi bene per cui non ho alcuna simpatia, che come si vede dalle foto  è vecchia e vale poco, meno di una classe media nuova. Oppure cambiando argomento e passando all'utilizzo di cerchi in lega non previsti dal libretto o l'aggiunta di luci diurne. Per avere le autorizzazioni necessarie la trafila burocratica uccide ogni speranza. A questo punto non rimane che dire una semplice ma triste verità: l'Italia non è un paese per... appassionati d'auto.

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