GUERRA E PACE, MEGLIO LA SECONDA
Da bambino ho sempre giocato alla guerra. Mi ricordo i soldatini dell'atlantic in plastica. Oppure quelli che si compravano all'Upim o dal giocattolaio sotto casa con gli indiani, i cowboys, i nordisti ed i sudisti. Ah beata gioventù. Giravo sempre armato... di pistola giocattolo. Sparavo fulminanti. Ero dotato anche di spada. Utilizzavo i lego per costruire carri armati che combattevano contro i robot. Giocavo con il mio amichetto del cuore di allora: Antonio. Nelle costruzioni mi batteva... reggevano meglio le bombe. Oltre al gioco mi guardavo i film di guerra. I miei prediletti erano quelli in cui i nordisti battevano i sudisti e gli alleati battevano i nazisti. Ebbene nonostante quest'infanzia son cresciuto pacifico tant'è che la guerra vera non mi è mai piaciuta. Non ho mai compreso nella mia ingenuità l'utilità del morire per una guerra. Ubbidire senza un motivo. Uccidere. Come uniche eccezioni: la seconda guerra mondiale, male necessario oppure le guerre di difesa se si viene aggrediti come la nostra resistenza partigiana che per fortuna fu appoggiata dagli alleati. Non sono contro l'esercito ma per un esercito di angeli e non di demoni. Ho in mente un episodio realmente accaduto durante la grande guerra, alla vigilia di natale del 1914, quando soldati tedeschi, francesi ed inglesi abbandonano le trincee per stringersi la mano. Da tale episodio hanno tratto il film Joyeux Noel. Ed oggi? Le guerre sono tante e durano tanto. Per non parlare dell'Irak o dell'Afghanistan. E se si pensasse ad una guerra diversa? Ad una guerra-giocattolo con dei bombardamenti alternativi di televisori lcd, di beni di consumo, di riviste glamour maschili e femminili, di cibo, macchine fotografiche e computer, di giochi per i bimbi? Ad una guerra che finanzia con milioni di euro le organizzazioni che si battono per la liberazione delle donne nei paesi integralisti? Costerebbe molto la guerra-giocattolo? Meno di una guerra vera. Provare per credere.
Da bambino ho sempre giocato alla guerra. Mi ricordo i soldatini dell'atlantic in plastica. Oppure quelli che si compravano all'Upim o dal giocattolaio sotto casa con gli indiani, i cowboys, i nordisti ed i sudisti. Ah beata gioventù. Giravo sempre armato... di pistola giocattolo. Sparavo fulminanti. Ero dotato anche di spada. Utilizzavo i lego per costruire carri armati che combattevano contro i robot. Giocavo con il mio amichetto del cuore di allora: Antonio. Nelle costruzioni mi batteva... reggevano meglio le bombe. Oltre al gioco mi guardavo i film di guerra. I miei prediletti erano quelli in cui i nordisti battevano i sudisti e gli alleati battevano i nazisti. Ebbene nonostante quest'infanzia son cresciuto pacifico tant'è che la guerra vera non mi è mai piaciuta. Non ho mai compreso nella mia ingenuità l'utilità del morire per una guerra. Ubbidire senza un motivo. Uccidere. Come uniche eccezioni: la seconda guerra mondiale, male necessario oppure le guerre di difesa se si viene aggrediti come la nostra resistenza partigiana che per fortuna fu appoggiata dagli alleati. Non sono contro l'esercito ma per un esercito di angeli e non di demoni. Ho in mente un episodio realmente accaduto durante la grande guerra, alla vigilia di natale del 1914, quando soldati tedeschi, francesi ed inglesi abbandonano le trincee per stringersi la mano. Da tale episodio hanno tratto il film Joyeux Noel. Ed oggi? Le guerre sono tante e durano tanto. Per non parlare dell'Irak o dell'Afghanistan. E se si pensasse ad una guerra diversa? Ad una guerra-giocattolo con dei bombardamenti alternativi di televisori lcd, di beni di consumo, di riviste glamour maschili e femminili, di cibo, macchine fotografiche e computer, di giochi per i bimbi? Ad una guerra che finanzia con milioni di euro le organizzazioni che si battono per la liberazione delle donne nei paesi integralisti? Costerebbe molto la guerra-giocattolo? Meno di una guerra vera. Provare per credere.
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