Il modello economico di sviluppo oggi esistente a Firenze, ma vale pure per altre città del centro nord, è purtroppo sbagliato perché essenzialmente monotematico.
Firenze si basa soprattutto sul turismo e sull'immobiliarismo, tra l'altro strettamente correlati che definirò per semplicità sistema.
Questo porta e porterà sempre di più ad una difficile convivenza tra la città ricettiva e la città normale, perché se è vero che il sistema produce ricchezza, è vero pure che, tranne nei casi a gestione essenzialmente familiare, tale ricchezza è per pochi.
Il sistema ha bisogno di lavoratori che sono come degli schiavi moderni 4.0 che costino poco per i lavori che servono al suo funzionamento. Lavoratori ai margini che fan parte di una sacca sociale che vuol ascendere a un livello migliore ma che ha un enorme problema abitativo, da qui alcune delle occupazioni modello ex astor.
Il sistema chiede ma il sistema non da.
Il sistema butta fuori i cittadini normali che non hanno più i soldi per vivere normalmente con una classe media che si trasforma in povera. Oggi comprare casa per un normale è difficilissimo. Idem affittarla. Questa estate passerà alla storia in Italia per gli scontrini pazzi indice di un costo della vita aumentato, specie nelle città d'arte o turistiche, solo che gli stipendi, per chi ce l'ha non sono aumentati.
Il sistema però è a rischio bolla. Il calo a Firenze ma non solo si è intravisto. Il periodo del covid, quando tale sistema è andato in crisi, non ha evidentemente insegnato niente.
A questo punto non può che esserci la solita riflessione sul che si può fare. Non è semplice perché siamo governati dal mercato ed i poteri dei sindaci si rivelano spesso armi spuntate. Probabilmente per città come la nostra servirebbe una legge speciale che la faccia tornare normale.
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