Per quanto riguarda cosa nostra è molto interessante l'analisi fatta dalla DIA nel rapporto appena uscito relativo al 2° semestre del 2015 in cui se ne evidenziano alcune caratteristiche.
L'organizzazione criminale siciliana è in grado di "preservare nel complesso l'originaria essenza unitaria, una spiccata pervasività e una forte potenzialità offensiva".
Per quanto riguarda il versante occidentale la DIA sottolinea che "il termometro dei rapporti di forza e degli equilibri in atto è dato dalla capacità di controllare le dinamiche criminali del territorio; capacità che rappresenta, anche da un punto di vista simbolico, una manifestazione di affermazione del potere mafioso". In questo periodo si sono avvicendati i nuovi boss "a volte autoproclamatisi, privi di lungimiranza, inclini all'affarismo ed inadeguati a garantire il rispetto delle regole associative".
Inoltre in questo quadro appare significativa la parziale instabilità che la scarcerazione dei vecchi boss ma comunque la tendenza in cosa nostra è quella di sopravvivere andando al di là delle storiche contrapposizione.
Rimane forte il braccio armato.
In questo momento in cosa nostra manca la storica struttura verticale fonte di stabilità interna alla quale comunque si sopperisce facendo ricorso ai "consigli degli anziani, che operano in una logica di cooperazione orizzontale" per "sopperire alle criticità connesse all'assenza di una reale struttura di raccordo sovra familiare, in grado di dirimere contenziosi" e "tramandare ai più giovani le regole ordinamentali di cosa nostra".
Per quanto riguarda il versante orientale si segnala un forte riposizionamento interno opportunistico tra le varie consorterie criminali. Emergono continui rapporti con consorterie criminali straniere.
Le consorterie dell'area orientale "mantengono alta la capacità di condizionare la dimensione economica e sociale del territorio".
E' di primaria importanza quanto emerge dal rapporto DIA in relazione al traffico di droga in cui se da un lato cosa nostra mantiene forti rapporti con la 'ndrangheta dall'altro ha iniziato a smarcarsi creandosi un proprio canale di approvvigionamento. Infatti "verso il traffico di stupefacenti convergono indistintamente gli interessi di tutte le formazioni criminalidell'isola, che negli ultimi anni stanno cercando di recuperare un ruolo di primo piano nella gestione della filiera della droga".
In conclusione cosa nostra è lungi dallo scomparire.
L'organizzazione criminale siciliana è in grado di "preservare nel complesso l'originaria essenza unitaria, una spiccata pervasività e una forte potenzialità offensiva".
Per quanto riguarda il versante occidentale la DIA sottolinea che "il termometro dei rapporti di forza e degli equilibri in atto è dato dalla capacità di controllare le dinamiche criminali del territorio; capacità che rappresenta, anche da un punto di vista simbolico, una manifestazione di affermazione del potere mafioso". In questo periodo si sono avvicendati i nuovi boss "a volte autoproclamatisi, privi di lungimiranza, inclini all'affarismo ed inadeguati a garantire il rispetto delle regole associative".
Inoltre in questo quadro appare significativa la parziale instabilità che la scarcerazione dei vecchi boss ma comunque la tendenza in cosa nostra è quella di sopravvivere andando al di là delle storiche contrapposizione.
Rimane forte il braccio armato.
In questo momento in cosa nostra manca la storica struttura verticale fonte di stabilità interna alla quale comunque si sopperisce facendo ricorso ai "consigli degli anziani, che operano in una logica di cooperazione orizzontale" per "sopperire alle criticità connesse all'assenza di una reale struttura di raccordo sovra familiare, in grado di dirimere contenziosi" e "tramandare ai più giovani le regole ordinamentali di cosa nostra".
Per quanto riguarda il versante orientale si segnala un forte riposizionamento interno opportunistico tra le varie consorterie criminali. Emergono continui rapporti con consorterie criminali straniere.
Le consorterie dell'area orientale "mantengono alta la capacità di condizionare la dimensione economica e sociale del territorio".
E' di primaria importanza quanto emerge dal rapporto DIA in relazione al traffico di droga in cui se da un lato cosa nostra mantiene forti rapporti con la 'ndrangheta dall'altro ha iniziato a smarcarsi creandosi un proprio canale di approvvigionamento. Infatti "verso il traffico di stupefacenti convergono indistintamente gli interessi di tutte le formazioni criminalidell'isola, che negli ultimi anni stanno cercando di recuperare un ruolo di primo piano nella gestione della filiera della droga".
In conclusione cosa nostra è lungi dallo scomparire.
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