LA LEZIONE DA TRARRE DAL RISULTATO ELETTORALE IN FRANCIA

La debacle di Hollande alle elezioni amministrative.

A pelle l'attuale Presidente francese Hollande mi è sempre stato simpatico e tutto sommato anche oggi, nonostante il recente scandalo sentimentale, non ho cambiato opinione su di lui. Il pessimo risultato elettorale alle amministrative del partito socialista francese mi costringe però ad una seria riflessione sul perchè di tale risultato e sui rischi che corre l'Unione Europea alle prossime elezioni a prescindere dalla simpatia. Chi mi segue nella mia rubrica da tempo sa bene che io sono un europeista convinto e con altrettanta forza un socialista democratico e/o socialista liberale convinto. Allo stesso tempo ho contestato più volte il liberismo dottrinario della burocrazia di Bruxelles ed il limite del 3% del deficit /pil che considero inutilmente ideologico, oltre che nato per caso. A distanza di tempo finalmente tali tematiche vengono trattate e non sono più considerate un tabù. Quando Hollande ha vinto le elezioni 2 anni fa ero molto contento perchè un socialista vinceva le elezioni in un momento in cui i gollisti erano in crisi, nonostante un Sarkozy in forma, a causa della rigidità economica che aveva aumentato i problemi dei francesi. Ebbene purtroppo il socialista Hollande... non ha fatto il socialista. Il problema è quindi l'appiattimento liberista di chi vince le elezioni partendo da una posizione diversa ma che si trova costretto ai cosiddetti vincoli rigidi. Il liberismo ha finito per far odiare l'Europa e l'euro ai cittadini in difficoltà dopo la crisi del 2008 nata oltreoceano a seguito dell'abrogazione delle norme di controllo delle banche volute dal Presidente Roosevelt dopo la grande crisi del 1929. Quindi dal 2008 ci troviamo di fronte ad una crisi del sistema finanziario.  Una crisi causata soprattutto dagli speculatori trafficanti in titoli tossici e mutui sub prime. Prendiamo esempio da quanto fatto da Roosevelt. Oggi è arrivato il momento. Papa Francesco ha ben presente il problema e ne ha parlato anche con Obama. Il Parlamento Europeo, a larghissima maggioranza, ha messo in discussione l'attività della Troika (BCE, FMI, CE) dicendo, finalmente dopo un ritardo di anni, che le loro politiche hanno aumentato la povertà. Abbiamo distrutto per questo rigore un Paese come la Grecia tornata come povertà al dopoguerra. La politica deve stare attenta ai conti, ma con il rigore del &buon padre di famiglia&. Un buon padre non fa morire i figli/stati anoressici con ulteriori tagli da patto di stabilità aggravanti la povertà. Tale rigidità ci ha reso deboli anche nel trattare la crisi Ucraina, in quanto nessuno ha il coraggio di dire che lo spirito europeista del popolo di Kiev, l'attuale Commissione Europea non se lo merita, in quanto non è in grado di accollarsi un Paese in ginocchio. Occorre quindi cambiare l'Europa in modo rapido, perchè dobbiamo trarre lezione dalla storia la quale ci dice che quando le democrazie non creano benessere gli autoritarismi sono dietro l'angolo.   

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