DETROIT

DETROIT
Da piccolo di fronte al nome di Detroit mi venivano in mente i macchinoni americani e le rigogliose fabbriche che le costruivano all'interno di una città piena di energia. Crescendo cambiavo collegamenti mentali per virare verso il fronte musicale e la cosiddetta scena di Detroit con il mitico gruppo hard rock degli MC5 oppure degli Stooges di Iggy Pop. Ma già negli anni 40 il jazz ed il blues di Detroit facevano scuola. Il rapper Eminem viene anche lui da Detroit. Un giorno seduto in una sorta di ufficio dove si passa una parte del proprio tempo a leggere mentre si espletano i propri bisogni vitali, ossia sulla tavola wc, mi appare una copia di Donna, l'inserto del quotidiano repubblica con un bellissimo articolo su Detroit. La Detroit della crisi del 2008. La Detroit vicina al default che nonostante questo nel centro rinasce. Mi si accende quindi il mio neurone preferito ed inizio ad indagare su cosa è successo a questa bellissima città che tanto mi aveva colpito. Con la crisi dell'auto, la General Motors fallisce mentre le altre case annaspano. Il sistema dei mutui delle case va in tilt con la gente che perde il lavoro. Le banche e le finanziarie chiedono come al solito il conto ai cittadini che però non riescono a saldarglielo. Il risultato è che son diventate case di nessuno con la criminalità ad alto livello e con i membri delle gangs che spesso ci vivono. Per la crisi la parte periferica è diventata una città fantasma senza luce ed acqua. Ossia terra adatta agli zombies. Il sindaco precedente viene arrestato per mafia. Il sindaco attuale inizia a far rinascere la città concentrandosi sul centro che culturalmente rivive. I problemi rimangono, putroppo, in quanto mancano i soldi e la popolazione fuggendo non paga più le tasse locali. Oggi Detroit è praticamente una città fallita e questo è un fatto che rattrista il piccolo sognatore di macchinoni americani oramai cresciuto. Di chi è la colpa? Della crisi economica del 2008 ma dell'ideologia liberista che ha speculato sulle bolle? Può darsi. Dei colossi dell'auto che han sbagliato strategie? Possibile. Ma forse con un'umanità maggiore Detroit non sarebbe morta. Mi piace pensarlo e soprattutto sperarlo.

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