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PEDONI STRISCE AUTO: UN RAPPORTO DIFFICILE

Fermo sull'angolo con il telefono sull'orecchio. Sguardo assente nel vuoto. E' un pedone sulle strisce. Mi fermo rispettoso. Non passa. Aspetto e riparto. La macchina dietro si ferma. Un attimo e riparte. Il pedone improvvisamente attraversa. Per un soffio non si sono presi. Altra situazione. Vecchietta con ombrello. Strisce. Mi fermo. Non capisco cosa vuol fare. Le faccio cenno di passare. Non passa e parto. Dallo specchietto vedo che rimane ferma e poi all'improvviso parte.
Sul sito www.allaguida.it vedo che una sentenza della Cassazione viene commentata al motto che: “il pedone ha sempre ragione”. Mi sorgono dei dubbi. L'art. 191 1c del codice della strada dice: “quando il traffico non è regolato da agenti o da semafori, i conducenti devono dare la precedenza, rallentando e all'occorrenza fermandosi, ai pedoni che transitano sugli attraversamenti pedonali. I conducenti che svoltano per inoltrarsi in un'altra strada al cui ingresso si trova un attraversamento pedonale devono dare la precedenza, rallentando e all'occorrenza fermandosi, ai pedoni che transitano sull'attraversamento medesimo, quando ad essi non sia vietato il passaggio”. L'art. 190 5c cds dice: “I pedoni che si accingono ad attraversare la carreggiata in zona sprovvista di attraversamenti pedonali devono dare la precedenza ai conducenti”. La sopracitata sentenza della Cass. Civ. Sez. III, n. 20949/09 dice in sintesi: “occorre che ogni conducente, nell'approssimarsi alle strisce pedonali ... abbia la chiara consapevolezza che deve non solo dare la precedenza, ma anche tenere un comportamento idoneo ad ingenerare nel pedone la sicurezza che possa attraversare senza rischi, non essendo in linea con le elementari regole di comportamento proprie di in un paese civile che un conducente possa considerare una mera facoltà il suo inderogabile obbligo di dare la precedenza ai pedoni sulle strisce pedonali e che il pedone debba, dal canto suo, riguardare l'attraversamento come un temerario atto di coraggio, anche dove ha diritto di farlo con l'aspettativa che i conducenti si fermino per lasciarglielo fare”. Sinceramente trovo la sentenza staccata dalla realtà in quanto occuparsi del pensiero del pedone non gli salva la vita.

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