Ma dove vai ciclista in bicicletta?
Da bambino ho sempre sognato di andare in bici... ma ero imbranato e preferivo il go-kart a pedali. Mio padre in campagna all'età di dieci anni mi ha insegnato ad andarci. Da quel momento scoppiò il mio amore. Da un mulino vicino una casa in campagna Gigi il contadino convinse suo figlio a vendermi per circa 80000 lire una bicicletta aquila con ruote da 28 semicorsa. Fantastica. Avevo undici anni. Le prime pedalate. Le prime avventure. La libertà dell'aria sul viso. E' stato un amore durato quattordici anni fino alla laurea. Tempi d'oro in cui per svoltare mettevo il braccio fuori. Tempi in cui all'imbrunire mettevo con uno scatto metallico in azione la dinamo per accendere il faro anteriore, collegato a quello posteriore. Tempi in cui non c'erano le piste ciclabili e lo stesso non si andava sui marciapiedi. Il mio compagnetto di scuola Antonio aveva la bici da cross. Giocavamo da grandi sognando di guidare chissà quali mezzi. Rispettavamo le regole... più o meno. Tenevamo la bici come se fosse un gioiello. Mi ricordo di quando per potenziare i freni si metteva una speciale pasta sul bordo del cerchione per l'aumento dell'aderenza. Ed oggi cosa succede? La bici l'utilizzano in molti, ma di regole neanche a parlarne. Indicare il cambio di direzione? Giammai. Fermarsi sulle strisce? Mai avvenuto. Strade a senso unico imboccate con facilità anche se strette. Il faro acceso? Si e no il dieci per cento. Dieci per cento che usa in molti casi fari a lampeggio non regolari. Per non parlare delle assurde piste ciclabili tanto richieste quanto poco usate. Per non parlare della fretta nel pedalare un mezzo che per sua natura non è veloce. E se un'altro utente prova a dirgli qualcosa ? Le risposte sono più varie ed una delle più diffuse è: “ma io non inquino”. E questo scusate che c'entra? Oppure dopo un tamponamento da parte di una bici che teneva la sinistra in una strada stretta avvenuto a seguito di frenata, per pedone sceso dal marciapiede senza guardare, mi sono sentito dire:”ma io sono in bici”. La mia risposta è stata: il fatto che sei in bici ti esonera forse dal rispettare la distanza di sicurezza? Mah. Sono purtroppo arrivato ad una conclusione: il problema non sono le bici ma i ciclisti. Molti, troppi di loro, se ne fregano delle regole che servono a salvare anche le loro vite.
Da bambino ho sempre sognato di andare in bici... ma ero imbranato e preferivo il go-kart a pedali. Mio padre in campagna all'età di dieci anni mi ha insegnato ad andarci. Da quel momento scoppiò il mio amore. Da un mulino vicino una casa in campagna Gigi il contadino convinse suo figlio a vendermi per circa 80000 lire una bicicletta aquila con ruote da 28 semicorsa. Fantastica. Avevo undici anni. Le prime pedalate. Le prime avventure. La libertà dell'aria sul viso. E' stato un amore durato quattordici anni fino alla laurea. Tempi d'oro in cui per svoltare mettevo il braccio fuori. Tempi in cui all'imbrunire mettevo con uno scatto metallico in azione la dinamo per accendere il faro anteriore, collegato a quello posteriore. Tempi in cui non c'erano le piste ciclabili e lo stesso non si andava sui marciapiedi. Il mio compagnetto di scuola Antonio aveva la bici da cross. Giocavamo da grandi sognando di guidare chissà quali mezzi. Rispettavamo le regole... più o meno. Tenevamo la bici come se fosse un gioiello. Mi ricordo di quando per potenziare i freni si metteva una speciale pasta sul bordo del cerchione per l'aumento dell'aderenza. Ed oggi cosa succede? La bici l'utilizzano in molti, ma di regole neanche a parlarne. Indicare il cambio di direzione? Giammai. Fermarsi sulle strisce? Mai avvenuto. Strade a senso unico imboccate con facilità anche se strette. Il faro acceso? Si e no il dieci per cento. Dieci per cento che usa in molti casi fari a lampeggio non regolari. Per non parlare delle assurde piste ciclabili tanto richieste quanto poco usate. Per non parlare della fretta nel pedalare un mezzo che per sua natura non è veloce. E se un'altro utente prova a dirgli qualcosa ? Le risposte sono più varie ed una delle più diffuse è: “ma io non inquino”. E questo scusate che c'entra? Oppure dopo un tamponamento da parte di una bici che teneva la sinistra in una strada stretta avvenuto a seguito di frenata, per pedone sceso dal marciapiede senza guardare, mi sono sentito dire:”ma io sono in bici”. La mia risposta è stata: il fatto che sei in bici ti esonera forse dal rispettare la distanza di sicurezza? Mah. Sono purtroppo arrivato ad una conclusione: il problema non sono le bici ma i ciclisti. Molti, troppi di loro, se ne fregano delle regole che servono a salvare anche le loro vite.
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