Con grande soddisfazione oggi comprando la rivista del mese di aprile 2013 di cellulare magazine ho appreso che la mia lettera aperta ha avuto risposta in un modo che ritengo soddisfacente:
"Caro Presidente, pubblico con piacere la sua lettera che ho letto più volte con grande attenzione e a cui desidero rispondere personalmente. Comprendo e rispetto le motivazioni che l'hanno spinta a scriverci e lo spirito che anima la sua critica. Tuttavia volevo rassicurarla, che mai e in nessun modo abbiamo inteso far trapelare alcuna apologia della figura del criminale o, in questo caso del gangster. Parliamo di giochi e, in questo campo, lei che si descrive grande appassionato di tecnologia sa bene che la terminologia utilizzata e gli stereotipi che reggono le trame anche dei titoli più famosi fanno parte di un mondo surreale, che niente ha a che vedere con la realtà e dove i protagonisti hanno più vite a disposizione. Il giocatore incarna spesso il ruolo del malvivente, del playboy, del pilota spericolato, del killer, del soldato e così via. Posso essere d'accordo con lei che l'esempio dato da certi giochi possa sembrare negativo (vi sono molti dibattiti in corso sull'opportunità di continuare a produrre giochi violenti) ma il mestiere nostro -nelle pagine delle recensioni- è di giudicare la qualità del gioco, la grafica e la giocabilità. Grand Theft Auto è tra l'altro uno dei titoli di maggior successo degli ultimi tempi in virtù della sua spettacolarità. In futuro glielo prometto, porremo ancora maggiore attenzione nel trattare l'argomento ma si ricordi che anche nel cinema, attori che hanno impersonato sanguinosi criminali, hanno vinto l'Oscar. Il premio è sempre riferito all'interpretazione e mai al ruolo. Il mio augurio più sincero e partecipe per l'opera meritoria che lei e la sua Fondazione svolgete quotidianamente sul territorio".
Massimo Morandi Direttore di Cellulare Magazine
"Caro Presidente, pubblico con piacere la sua lettera che ho letto più volte con grande attenzione e a cui desidero rispondere personalmente. Comprendo e rispetto le motivazioni che l'hanno spinta a scriverci e lo spirito che anima la sua critica. Tuttavia volevo rassicurarla, che mai e in nessun modo abbiamo inteso far trapelare alcuna apologia della figura del criminale o, in questo caso del gangster. Parliamo di giochi e, in questo campo, lei che si descrive grande appassionato di tecnologia sa bene che la terminologia utilizzata e gli stereotipi che reggono le trame anche dei titoli più famosi fanno parte di un mondo surreale, che niente ha a che vedere con la realtà e dove i protagonisti hanno più vite a disposizione. Il giocatore incarna spesso il ruolo del malvivente, del playboy, del pilota spericolato, del killer, del soldato e così via. Posso essere d'accordo con lei che l'esempio dato da certi giochi possa sembrare negativo (vi sono molti dibattiti in corso sull'opportunità di continuare a produrre giochi violenti) ma il mestiere nostro -nelle pagine delle recensioni- è di giudicare la qualità del gioco, la grafica e la giocabilità. Grand Theft Auto è tra l'altro uno dei titoli di maggior successo degli ultimi tempi in virtù della sua spettacolarità. In futuro glielo prometto, porremo ancora maggiore attenzione nel trattare l'argomento ma si ricordi che anche nel cinema, attori che hanno impersonato sanguinosi criminali, hanno vinto l'Oscar. Il premio è sempre riferito all'interpretazione e mai al ruolo. Il mio augurio più sincero e partecipe per l'opera meritoria che lei e la sua Fondazione svolgete quotidianamente sul territorio".
Massimo Morandi Direttore di Cellulare Magazine
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